Anticonvenzionali, stravaganti, creati con materiali inconsueti. Gli strumenti made in Italy by Wandrè hanno affascinato le più grandi rockstar di tutti i tempi e continuano a farlo, a distanza di anni dalla morte del fondatore del marchio, Antonio Vandrè Pioli (1926-2004). Non c’era limite all’estro del Maestro, che guardando le curve sinuose di Brigitte Bardot diede forma ad un noto modello di chitarre, le BB, capaci di affascinare artisti quali Joe Perry degli Aerosmith.
LA CHITARRA WANDRE’ SUONATA DA HENDRIX
E’ invece custodita nel Jimi Hendrix House&Museum di Londra la “Blue Jeans”(un economico 60s Wandrè) testata da Jimi nel 1966, chitarra venduta al museo dall’ex proprietario, il noto musicista Zoot Money che venne contattato da Chas Chandler degli Animals nel settembre del 1966. A quel tempo Hendrix era in cerca di una chitarra per mancini, da suonare durante il concerto londinese dei Cream e quella Wandrè fu la prima chitarra che suonò in suolo britannico. Con tutta probabilità, chi produsse quel gioiello a sei corde non seppe mai che l’iconico chitarrista maneggiandola nel commentò: “Nice easy action!”.
Vi spiego meglio cosa successe quella sera: Jimi era con Chas Chandler degli Animals in quell’occasione, che lo accompagnò nella zona Est della città e, più precisamente, nell’appartamento del tastierista George Bruno “Zoot” Money, figura importante per la scena musicale di Soho a quel tempo. Erano in cerca di una chitarra elettrica per mancini, da utilizzare per il concerto londinese di Jimi, che avrebbe avuto luogo a Londra, proprio quella stessa sera. In verità il chitarrista non utilizzerà mai questo modello Wandrè in pubblico, ma Zoot Money ha confessato di aver tenuto le corde montate sulla Wandrè quel giorno. La chitarra, che sarà poi venduta all’asta nel 2017 insieme ad un manoscritto firmato dall’ex proprietario, è oggi esposta nella casa museo londinese di Jimi Hendrix, insieme ad altri cimeli. Si tratta di piccolo appartamento di pochi metri quadri, dove Jimi visse per un anno con l’ex fidanzata Kathy Etchingham (vicina di casa di Zoot). La casa si trova al 23 di Brook St (zona Mayfair) ed è segnata con una targhetta dalla English Heritage, perché nel Settecento la stessa casa fu abitazione del musicista barocco Handel. Entrambe le abitazioni sono oggi musei ed è proprio nella prima sala espositiva di “Casa Hendrix” che si trova la chitarra “Blue Jean” by Wandrè, protetta in una teca di vetro, a suggellare il suo valore artistico. L’appartamento è ricco di cimeli ma è sicuramente la camera da letto di Jimi l’angolo più iconico del museo: una stanza tutta da fotografare. Un trionfo di drappi, tappeti, piume e cimeli etnici, che ricordano al pubblico delle origini afro-cherokee del musicista, che tendeva ad omaggiarle con un look sempre sgargiante. Sul suo letto Hendrix venne fotografato nel 1969 da Barrie Wentzell, che ai tempi lavorava per la rivista musicale Melody Maker.
GLI STRUMENTI WANDRE’ SONO AMATI DA MOLTI MUSICISTI FAMOSI
Negli anni Sessanta le regine incontrastate della liuteria erano Fender, Gibson e Gretsch, lo stesso Hendrix era solito usare una Fender Stratocaster (celebre quella bruciata a Monterey) e questa Wandrè è forse l’unica che l’artista abbia mai suonato in vita sua. Sempre a Londra, nel 1965, un altro grande musicista venne folgorato dalla vista di una chitarra Wandrè modello Oval: Bob Dylan. Quella di Antonio Pioli, in arte Vandrè, è una storia appassionante, narrata con accuratezza da Marco Ballestri nel suo libro “Wandrè. L’artista della chitarra elettrica”. Eko, Meazzi (che collaborerà con Pioli), Welson e Wandrè rappresentano i marchi più popolari della liuteria made in Italy, associati all’esplosione del fenomeno Beat degli anni Sessanta, ma tra tutti i liutai dell’epoca Antonio Pioli resta uno dei più innovativi e stravaganti. Artista visionario, nato a Cavriago di Reggio Emilia, inizia giovanissimo, nel laboratorio del padre, ad apprendere il mestiere e a creare i suoi primi modelli di contrabbasso classico, passando poi a strumenti elettrificati e arrivando ad avviare una vera e propria produzione di chitarre nella sua Fabbrica Rotonda (dal 1960) di Cavriago, dove inserì il sistema produttivo a catena di montaggio, senza rendere il lavoro dei suoi dipendenti alienante. Pioli si muoveva sempre in senso contrario rispetto alle tendenze, tant’è che il suo stesso nome, Vandè (trasformato nel marchio dei suoi strumenti) ha alimentato la leggenda che si trattasse di un soprannome affibbiatogli dal padre: “Va’ ndrè” (“vai indietro” in dialetto reggiano). Nella fabbrica nacquero nuovi modelli di chitarre, come le Bikini, usata da Ace Frehley dei Kiss che ne apprezzò i colori sgargianti e l’amplificatore incorporato. Gli strumenti Wandrè sono quanto di più rivoluzionario e fuori dal comune si possa immaginare; oggetti di culto dalle forme particolari, sghembe, nate dalla contaminazione fra arte e design: delle vere e proprie sculture musicali. Pioli sembrava prendere in considerazione anche il “vuoto” per le sue opere (un esempio è il Rock Bass) e fu il primo ad utilizzare l’alluminio per la costruzione dei manici e altre parti meccaniche. Tra gli estimatori di Wandrè ci sono anche Guccini, Celentano, Frank Zappa e il figlio di John Lennon, Sean, che possiede uno dei pezzi più ricercati, la chitarra “Scarabeo” (omaggio al padre John). Purtroppo, l’estro del Maestro non riuscì a competere con la concorrenza dei colossi e fu costretto a chiudere la fabbrica nel 1969.