Nel cuore di Bologna, in Via Massimo D’Azeglio 15, Lucio Dalla visse gli ultimi 18 anni della sua vita. Grazie ad una delle straordinarie apertura alla casa-museo, che vengono fatte sporadicamente dalla Fondazione Lucio Dalla nell’anniversario del suo compleanno (4 marzo), ma anche di venerdì e sabato, anche io ho avuto l’opportunità di entrare e di immedesimarmi nella sua quotidianità. Frenetica, vivace e mai monotona. Tipica di un artista nato sotto al segno dei pesci. Vi mostro con i miei occhi quello che vedeva Lucio, ogi giorno
LUCIO AVEVA ACQUISTATO QUESTA CASA NEL 1994
La proprietà, che dal 1994 divenne la sua casa, inizialmente comprendeva solo una parte dello stabile e doveva fungere da ufficio per la sua etichetta Pressing, che poi qui rimase. Lucio Dalla aveva precedentemente abitato in Piazza Cavour 2 (dove era nato), Via delle Fragole, Vicolo Mariscotti e infine qui, in quella che era divenuta una piccola reggia di ben duemila metri quadrati, ubicata in un bellissimo palazzo rinascimentale chimato Fontana poi Gamberini.
ENTRANDO VIENI AVVOLTO DAL PROFUMO DEL PATCHOULI, IL SUO PREFERITO
La prima cosa che ti travolge entrando è un forte profumo speziato, simile a quello del patchouli. Forse lo stesso che usava Lucio e che oggi aleggia in queste straordinarie stanze ricche di opere d’arte e memorabilia. Io però, il suo studio, oggi ordinato e profumato da fiori freschi, lo immagino infestato dall’odore delle sigarette, che si ostinava a fumare nonostante si imponesse di essere salutista.
Che Lucio amasse essere stravagante, stupire, ironizzare sulla vita lo si percepisce anche nella scelta di alcune opere d’arte: un mix di sacro e profano, di opere religiose e falliche (vedi la sala chiamata dell’esibizionista). In casa c’è persino una teca con il guanto di Padre Pio, di cui Lucio Dalla era un grande devoto e poi, la sua foto mentre stringe la mano a Papa Wojtyla. Ma a colpirmi sono state le numerose opere che lo ritraggono: caricature di Milo Manara, fotografie di Luigi Ghirri, quadri, uno su tutti il ritratto coloratissimo firmato dall’amico Mimmo Paladino, uno dei principali esponenti della Transavanguardia. Lucio non aveva una conoscenza analitica dell’arte, era impulsivo e acquistava tutto ciò che gli piaceva, senza legarsi troppo alle firme, anche se era particolarmente affascinato dall’arte di Aldo Mondino.
SACRO E PROFANO: IN CASA AVEVA OPERE FIRMATE DA MIMMO PALADINO MA ANCHE OGGETTI DI CULTO COME IL GUANTRO DI PADRE PIO
Purtroppo non è stato possibile scattare fotografie durante il Tour A casa di Lucio, quindi dovrete affidarvi ai miei occhi per intraprendere questa visita insieme, che si apre con una tappa davanti al gigantesco presepe in cartapesta realizzato dalla Famiglia Ferrigno di Napoli. Si dice che sia costato ben 15mila euro e non è l’unico nell’appartamento, che omaggia soprattutto l’arte Barocca del Seicento. Le sale sono molto luminose e credo di non aver mai visto così tanti tappeti dalla mia ultima visita a Fez (Marocco), abbinati a comode poltrone in pelle scura e antichi mobili in legno. In uno dei salotti di casa Dalla c’è anche un meraviglioso pianoforte a coda, che insieme a sax e clarinetto sono stati gli strumenti che hanno caratterizzato gran parte della sua musica.
OGGI A CASA DI LUCIO SI SVOLGONO EVENTI IN SUA MEMORIA
La Sala Caruso, dove avvengono gli incontri in sua memoria durante le giornate A casa di Lucio, è una sorta di mausoleo dei suoi premi ed è qui che avvenivano gli incontri conviviali. Accanto troviamo una camera da letto e poi la stanza dei giochi, in cui l’eterno Peter Pan custodiva tutti i suoi regali e in cui, la domenica, si trovava gli gli amici a guardare la partite di calcio davanti ad un maxi schermo.
UNO SCATTO DELLA SUA CAMERA DA LETTO
Credo che stare accanto a Lucio non dovessere essere facile. Sempre in bilico tra il non offuscare la sua ‘patologia’ da prima donna e il non limitare la sua creatività. Un pò egocentrico, come tutti gli artisti del resto, ma anche generoso, capace di aprire un etichetta discografica per promuovere nuovi artisti emergenti. Molto legato alla mamma Jole, figura che stimolò la sua creatività, Lucio aveva sofferto molto per la perdita del padre (morto quando lui aveva 6 anni) e forse il bisogno di colmare questo vuoto e gli anni passati in collegio lo portarono a dedicarsi alla musica e a circondarsi di amici. Gli stessi con cui cercava il confronto appena aveva un nuovo brano pronto.
LA SUA STANZA DEI GIOCHI
Chiamare questa casa ‘museo’ è forse limitativo. Troppo convenzionale per uno come Lucio, che sul campanello di casa aveva fatto scrivere «Domenico Sputo» e che desiderava sì, creare una sua Fondazione, ma a modo suo. Senza le guardie del corpo che ti seguono mentri osservi la sua collezione di cappelli, come è capitatao a me durante questa visita, che mi ha fatto apprezzare il fatto che almeno, la sua musica resta patrimonio della comunità.
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FONDAZIONE LUCIO DALLA
Via Massimo D’Azeglio, 15 Bologna
www.fondazioneluciodalla.it/ci-vediamo-da-lucio/
Dove comprare i biglietti delle visite 2017? Sul sito o presso Bologna Welcome (Piazza Nettuno 1, Bologna, tel. 051.6583190)
Punto di ritrovo:
Piazza dei Celestini, Bologna (15 minuti prima dell’inizio della visita)
La quota comprende:
Visita guidata all’interno della casa di Lucio Dalla con guida specializzata.
Quota:
Intero: € 15,00 p / persona
Ridotto: € 10,00 p / persona (bambini dai 6 ai 12 anni, over 65)
Gratuito: under 6
La vendita dei biglietti è gestita da Bologna Welcome Travel Agency