Location: Anfiteatro Fonte Mazzola, Peccioli
💌 Cartolina musicale spedita e scritta da Julie Wood e Alessandro Gandino
CARTOLINA MUSICALE DA PECCIOLI
A volte le cose accadono all’improvviso. Io e Julie siamo ad ascoltare un set acustico di Johnny La Rosa e Sandro Pezzi a Il Lonfo (RE). Un set esclusivamente brit. Arriva Emanuele del Planet e sapendo la mia passione per il genere mi fa “Hai letto? Deacon Blue a Peccioli”.
Chiedo scusa per l’ignoranza, vado a casa controllo dov’é Peccioli, provincia di Pisa, prenoto per dormire e compro i biglietti. Si parla di marzo e il concerto é a luglio. Però, se ami una band dal fulminante esordio con “Raintown” 1987, oppure dall’album più venduto “When the world knows your name” 1989, ma anche da quello che é arrivato dopo come “The Hipster “ del 2012 non é che ci stai a pensare tanto. E poi c’é Peccioli. Il concerto é organizzato da Il Post di Luca Sofri che gioca giustamente pesante sui propri gusti, che sono ottimi.
La sera prima ci sono stati The Divine Comedy e dibattiti di qualità. Ecco, qualità. Ma torniamo a Peccioli. Eletto come “Borgo dei borghi 2024” ha sfruttato l’opportunitá/sventura di avere una delle più grandi discariche della regione in un vero e proprio sistema che comprende due teatri all’aperto. L’Anfiteatro Trangolo Verde e l’Anfiteatro Fonte Mazzola. Inoltre l’intero paese e un continuo patchwork di storia antica ed arte moderna, in un crescendo di colori e situazioni. Spettacolare.
BORGO DEI BORGHI 2024
Il simbolo sono i giganti ricordare che la rinascita può arrivare anche dai rifiuti. Si gira per il paese in un’atmosfera tranquilla e rilassata. Si va all’Anfiteatro e mentre Lorraine McIntosh provvede al soundcheck con il resto della band, Ricky Ross si gode il panorama.
DEACON BLUE SET LIST
Aperitivo a “La Terrazza” etá media del personale 20 anni e aperitivi a 4,50 euro comprensivi di bruschette, si mangia un tagliere in un’ enoteca e a piedi verso il concerto. L’intero paese é servito da auto elettriche in stile golf-cari e l’atmosfera che si respira é di una tranquillità che mediamente non trovi ai concerti. Gentilezza, prezzi umani anche all’interno, bagni puliti nella biblioteca pubblica a fianco all’Arena. La solita battuta che battuta non é “Non sembra di essere in Italia”. Breve presentazione e ringraziamenti di Luca Sofri e si parte.
Scorrono “City Of love” e “Queen of the new Year” ma giá a ‘Fergus sing the blues” molti lasciano i numerati e si buttano in platea con tanto di bandiera scozzese. Una versione da brividi in acustico di “Chocolate Girl” più una tirata “Loaded” preparano il terreno a “Real gone kid” quasi da pogo (l’etá media é 55/60) e a quella “I’ll never fall in love again” che ricevette i complimenti dallo stesso Burt Bacharach.
I GIGANTI DI PECCIOLI
E con “Dignity’ nel finale balla anche Il Gigante. Credo di aver visto quasi settecento concerti in vita mia. Difficilmente ho trovato questa atmosfera. Su “Wages day” in acustico si chiude dopo un’ora e 45 il concerto.
Ma quando nelle orecchie hai quella musica e negli occhi lo spettacolo naturale…beh, si può andare a letto sereni. Molto sereni.