In occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dalla nascita del Maestro Arturo Toscanini (25 marzo, 1867), sono andata alla scoperta dei luoghi parmensi legati alla vita e al lavoro del grande direttore d’orchestra. Ho cercato di sintetizzare quante più informazioni in mio possesso, così da farvi fare un viaggio virtuale, ma quello che vi consiglio -sempre e comunque- è una visita reale alla bella e vivace città di Parma. Il tour si può fare tranquillamente in un pomeriggio e io, se fossi in voi, vi abbinerei anche una pausa gastronomica. L’Emilia è una terra godereccia e ospitale e con la primavera pare ancora più bella. (parte 1)
Un ringraziamento va anche al Direttore del Museo, Luberto Nicola, preziosa guida per noi di Musicpstcards!
MUSEO CASA NATALE ARTURO TOSCANINI
Come prima tappa per questo mini tour vi consiglio una fermata alla casa-museo Arturo Toscanini, che si trova su Borgo Rodolfo Tanzi, 13, accanto all’entrata del ristorante ‘Corale Verdi’. E’ proprio qui che nacque il grande direttore d’orchestra nel marzo del 1867, in una modesta casa di due sarti, Claudio Toscanini e Paolina Montani, amanti della musica classica e politicamente vicini alle idee garibaldine del tempo. Toscanini deve proprio a loro l’amore per la musica classica e la sua formazione politica. Furono infatti i suoi genitori a spronarlo nello studio del violoncello e del pianoforte, che approfondì già da bambino presso la Scuola di Musica, oggi Conservatorio di Parma. La visita inizia con l’eplorazione dei cimeli custoditi nell’ex camera da letto dei Toscanini, ove nacque Arturo, oggi allestita come fosse uno studio del tempo, abbellito da quadri che omaggiano i membri della famiglia, lettere (tra cui quella scritta a Toscanini da Gabriele D’Annunzio), e abiti del Maestro (con i suoi immancabili ed eleganti cappelli).
IL MUSEO UN TEMPO ERA L’ABITAZIONE DI TOSCANINI
La casa venne acquistata dai figli di Toscanini e poi ceduta all’Amministrazione di Parma, che nel 1967 (anno dei 100 anni di Toscanini) la riconvertì in museo. Gli spazi sono stati studiati per dare quante più informazioni sulla vita privata e pubblica del maestro e le stanze sono divise per temi: “Parma e Toscanini”, “L’immagine del mito” o “Gli anni della Scala” senza trascurare il suo impegno nel combattere il Fascismo. Mi hanno particolarmente colpito le famose fotografie in bianco e nero scattate da Robert Hupka, acclamato fotografo statunitense che immortalò il Maestro -a sua insaputa- mentre dirigeva le prove dell’orchestra sinfonica NBC di New York. Questi scatti sono bellissimi e sottolineano la dedizione e la passione di Toscanini verso il suo lavoro. Era burbero, rigoroso, severo e quando lavorava esigeva dai suoi musicisti il massimo impegno: le sessioni di prova potevano durare anche ore e la sua mimica fisica e facciale erano lo specchio di umore e impeto. Durante i concerti, al contrario, era sempre misurato, così da non catturare l’attenzione del pubblico, che voleva fosse rivolta solo ed esclusivamente alla musica. Purtroppo i costumi del tempo non lo facilitarono in questo: il teatro era concepito come un luogo in cui fare salotto e non come un ambiente culturale. Pensate che nei palchi era concesso mangiare, bere, giocare a carte e parlare. Una tradizione ‘barbara’ per il Maestro, che una volta arrivato alla direzione della Teatro la Scala di Milano (1898) cercherà di imporre il rigore Wagneriano in sala, con luci accese solo sul cantante in scena. Infine, proibì l’ingresso ai ritardatari e tolse di mezzo i bis.
IL RIGORE ERA ESSENZIALE PER TOSCANINI
Nonostante la sua fama lavorativa da ‘ditattore’ era in verità politicamente vicino alle idee democratiche e la sua ansia di riformare la rappresentazione dell’opera era volta al solo rispetto nei confronti di compositori e musicisti. Il rigore era alla base della sua concezione di fare musica e la sua rivoluzione fu proprio quella di essere fedele nella riproduzione integrale delle opere. Cosa che oggi pare quasi ovvia ma che nell’Ottocento non lo era. I direttori d’orchestra tagliavano e cambiavano gli spartiti a loro piacimento, mentre Toscanini era purista in questo. Amava moltissimo Wagner e Giuseppe Verdi e non si sarebbe mai permesso di cambiare nemmeno una nota dei loro spartiti. Ed è in un qualche modo grazie alla sua venerazione per le opere di Verdi che avvenne la sua promozione a direttore d’orchestra, a soli 19 anni. Si trovava in tournée in Sudamerica (era violoncellista) e d’un tratto il direttore Leopoldo Miguez si rifiutò di portare in scena l’Aida di Verdi con la compagnia italiana. L’orchestra incitò Toscanini a prendere il suo posto. Prese coraggio e salì sul palco, senza spartiti, poichè sapeva a memoria l’opera. Il pubblicò restò stupefatto nel vedere questo giovane talentuoso sul palco e la serata venne accolta dal fragore degli applausi. Da questo momento la carriera di Toscanini prende una piega inaspettata: il musicista viene chiamato a dirigere il Regio di Torino e nel 1898 è il turno della Scala di Milano, prestigioso teatro che cercò di riqualificare -come vi dicevo- facendone un punto d’incontro per la vita culturale della società.
IL MAESTRO AVEVA UNA SECONDA CASA SUL LAGO MAGGIORE
Quando non era in scena Toscanini amava rifugiarsi tra il verde e la quieta del Lago Maggiore. Nel 2017, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dalla nascita di Toscanini, il museo ha ampliato la sua collezione aggiungendo diverse fotografie inedite che ritraggono il maestro nei suoi momenti di riposo nell’arcipelago delle Isole Borromee sul Lago Maggiore. Potete trovare questi scatti nell’ex cucinotto, piccolo angolo ubicato al primo piano del palazzo.
Ma il museo è anche fonte di informazioni sulla vita politica del musicista, ostile alla politica tedesca e al fascismo, a cui si oppose organizzando diversi concerti di beneficienza, cosa che gli recherà anche l’allontanamento dall’Italia. Nel 1931, a Bologna, dopo essersi rifiutato di dirigere “La Marcia Reale” e “Giovinezza” prima di un concerto omaggio al compositore Giuseppe Martucci, venne picchiato da un gruppo di fascisti. Di questo aspetto politico della vita di Toscanini vorrei parlarvene in seguito, ma se deciderete di fare un tour nel museo potrete comunque apprendere diverse notizie sul suo lavoro all’estero e la sua lotta al nazi-fascismo.
ENTRATA GRATUITA PER QUESTO MUSEO
Alle foto e alle memorabilia si abbinano video e spezzoni audio custoditi nella sala audio-video ribattezzata “Sala dei tesori nascosti”. Si trova a fine percorso ed è usata anche per incontri istituzionali; qui è possibile ascoltare e vedere il Maestro nelle sue più note performance, grazie a filmati inediti e importanti registrazioni, come quelle con la NBC Symphony Orchestra. In 90anni di vita Toscanini ha potuto assistere all’evoluzione dei mezzi di riproduzione e comunicazione, facendosi partecipe dell’avvento di radio e televisione.
Parte del materiale che troverete è stato sin ad oggi conservato nell’archivio della Casa della Musica, come i costumi di scena della collezione Rina Gigli, pannelli dedicati a Busseto e scritti che testimoniano l’impegno civile di Toscanini.
L’entrata al museo è gratuita e c’è sempre una guida pronta a dare informazioni. Il tempo per un tour è di circa mezz’ora!
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CASA MUSEO ARTURO TOSCANINI
Borgo R. Tanzi, 13, Parma
Telefono: 0521 285 499
info.toscanini@museotoscanini.it
Sito web: http://www.lacasadellamusica.it
Ingresso gratuito
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