Londra è una città che ha due facce: una luminosa e una scura. E’ una capitale che ti offre tantissimi stimoli, opportunità, spazi. Ma in cambio vuole le tue energie ed esclude dai giochi chiunque non sia in grado di stare al passo con i suoi ritmi. Una caratteristica di molte megalopoli e forse, anche delle capitali che un tempo furono città operaie. In questo suo essere tante cose in un’unica realtà, Londra mi ricorda la personalità di Amy Winehouse, ragazza vulcanica ma fragile.
Di seguito ho tracciato un percorso di viaggio, adatto a chiunque fosse interessato a ripercorrere i luoghi londinesi legati alla sua quotidianità.
LA CASA DI AMY WINEHOUSE (CAMDEN)
Amy apparteneva a Londra e Londra ad Amy. Nata nella periferia londinese, nell’anonima Enfield, Middlesex, da famiglia ebraica, cresce nel vicino quartiere di Southgate, zona che non vi consiglio di visitare, neppure se siete in cerca delle radici di questa meravigliosa cantante. La stessa artista si allontanò dalla periferia appena ebbe la possibilità economica.
Con il successo ottenuto dalla pubblicazione di “Back to Black” Amy acquistò una casa a Camden, al civico 30 di Camden Square, quartiere vivace, un tempo legato alla scena punk e underground londinese. Dopo la sua morte la magione è stata venduta all’asta per 2 milioni di sterline. Ancora oggi i fans della Winehouse si recano fin qui per scattare una foto alla casa e per recitare una preghiera.
CAMDEN TOWN: LOCALI NOTTURNI
Restiamo nel quartiere di Camden e concediamoci una seconda tappa, quella dei locali notturni che Amy frequentava già da ragazza.
Qualche nome?
HAWLEY ARMS PUB (2 Castlehaven Rd)
E’ un tipico pub inglese, arredato in modo cool, dove ancora oggi si esibiscono quasi ogni sera promettenti band della scena alternativa e rock internazionale. Amy ci ha suonato moltissime volte, speranzosa di farsi notare da un produttore lungimirante. Anche dopo il successo ha continuato a frequentare questo locale e qualche turista fortunato l’ha persino immortalata dietro il bancone del pub, intenta a spinare birre per lei e amici. L’Hawlwy era un pò la sua seconda casa, che oggi custodisce solo una sua foto autografata.
DUBLIN CASTLE PUB (94 Parkway, Camden)
A Camden il Dublin Castle è una vera istituzione per turisti e autoctoni. Una mecca della musica live. Si trova non lontanto dall’Hawley Arms Pub e gli Oasis, a inizio anni Novanta erano di casa, così come i loro “rivali” Blur. Poi fu il turno dei Libertines, la band dell’ex fidanzato di Amy, Pete Doherty. Guardando la fittissima programmazione ho letto che a settimana si alternano fino a quattro live a sera e poi scatta l’ora del dj set , che prosegue fino a notte fonda. Prima delle sei di pomeriggio i drink hanno un costo ridotto, motivo per cui, Amy, faceva spesso il pieno di superalcolici già dal primissimo pomeriggio. Una cosa la ricordo bene: il bancone del pub dopo la mezzanotte è sporco, appiccicoso e odora di birra. Una location molto punk, come l’anima di Camden del resto.
JAZZ AFTER DARK, (9 Greek St)
Il terzo locale che ho visitato si trova fuori Camden, nel quartiere di Soho. E’ qui che da molti anni si trova il Jazz After Dark, locale di musica live dove anche Amy bazzicava spesso. In menù trovate anche il suo drink preferito, rinominato dai gestori “Back to Black” (Vodka con una fetta di limone). Alla musica abbinano il cibo ma non c’è traccia della gustosa Chicken Soup, che spesso ordinava la cantante, prima o dopo i concerti. Qui è stata sostituita da un piatto a base di carne e patatine fritte “Amy’s Favourite Platter”, un classico della cucina britannica. Sulla programmazione live mi sento invece di scommettere che c’è una buona programmazione di Jazz, RnB e Funky. Le pareti sono piene di quadri e opere realizzate dal padrone di casa, pittore e amico di Amy, che troviamo ritratta sulla parete principale. Ho provato un pò di nostalgia entrandovi ma consiglio un drink a bancone con i proprietari.
SHOPPING VINTAGE A BRICK LANE
Amy amava soprattutto la movida notturna di Camden e lo ha confessato ai suoi fans nel videoclip di “Fuck Me Pumps”, singolo uscito nel 2003 e contenuto nell’album di debutto “Frank”. Nel video si vedono infatti diversi scorci di questo quartiere, mentre le altre riprese sembrano state girate nella periferia londinese, forse a ricordare gli scenari che era solita vedere Amy uscendo di casa da bambina. Ma prestando attenzione alle scene girate in questo videoclip, ecco apparire anche l’insegna di uno dei suoi vintage shop preferiti, il mitico Beyond Retro, catena che vede ben tre punti vendita sparsi nella città di Londra.
Il negozio immortalato nel videoclip è quello del quartiere di Brick Lane (110-112 Cheshire Street, Bethnal Green), riconoscibilissimo per la sua particolare entrata a vetri. Fateci un salto e troverete sicuramente capi originali degli anni Cinquanta e Sessanta, la decade preferita da Amy, che prediligeva abiti usati e dal mood 50s per i suoi originalissimi look.
MURALES E STATUTE PER AMY
Londra è piena di murales e molti di questi ritraggono anche la nostra Amy. Notting Hill, Brick Lane e Camden sono le zone dove li abbiamo avvistati con più frequenza. Omaggi coloratissimi o fatti con i colori del bianco e del nero sulle pareti di mezza Londra. Mapparli tutti sarebbe difficile e quindi ve ne segnalerò solo alcuni in questo breve post. Iniziate col dare uno sguardo alle facciate delle abitazioni di Hungerford Road di passaggio da Camden. questa via si trova davanti al Camden Lock.
E ancora, sul Regent Canal, più o meno all’altezza dello Starbucks, trovate una deliziosa caricatura di Amy in versione alata, una delle mie preferite. Ora cercate l’ingresso del The Earl of Camden Pub (55 Parkway) dove hanno disegnato una sensuale musa dai capelli corvini, cotonatissimi e raccolti in una lunga coda spettinata, che qui strizza l’occhio ai clienti invogliandoli ad entrate.
Infine, tornate a Camden e più precisamente allo Staples Market, il vecchio “Horse Hospital” , un ex ricovero per cavalli costruito in età vittoriana, che oggi è stato riconvertito in un mercato che pullula di turisti in cerca di punti ristoro, negozietti vintage e records shop. Proprio qui, dal 2014, si trova anche una statua omaggio ad Amy, opera dell’artista Scott Eaton che l’ha riprodotta tenendo come metro di misura la vera altezza della Winehouse. La sua realizzazione è stata finanziata grazie al contributo della fondazione Winehouse, che vede il padre della cantante tra i fondatori.
Bella l’idea di creare contrasto tra il materiale bronzeo e il fiore rosso che Amy portava tra i capelli durante i live set.
L’ULTIMA ESIBIZIONE DI AMY WINEHOUSE
Per questa ultima tappa sono passata ai locali di musica live, una meta imperdibile per noi di Musicpostcards.
Voi vi ricordate dell’ultima esibizione di Amy? Io la ricordo perfettamente. Amy si esibì, ormai magrissima ed evidentemente malata, nel bellissimo Roundhouse Club (Chalke Farm), ex edificio industriale che negli anni Sessanti è stato riconvertito in sala da concerti. Ha ospitato i più grandi della musica (Beatles, Bob Dylan) e da qualche anno ospita anche diversi festival di respiro internazionale.
Ma il live che voglio ricordare oggi è quello organizzato per il 50Grammy Awards, vinto proprio dalla Winehouse. Lo sguardo di stupore di Amy, che rimane immobile quando Tony Bennet da Los Angeles ripete il suo nome è più commovente della sua stessa esibizione. E’ così dolce la nostra Amy in questo videoclip, che mi commuove ogni volta. Una donna fragilissima, che guarda il pubblico con occhi pieni di solitudine, ma che canta con voce graffiante e potente, quasi sproporzionata per uscire da un corpo ormai troppo esile. Amy era una giovane donna alla costante ricerca di un amore vero e incondizionato, bisogno che la portò ad allontanarsi da una megalopoli esigente e spietata.
A volte penso che Londra abbia fatto a pezzi Amy. Ma se non fosse nata qui, tutto quello che le è accaduto, nel bene e nel male, sarebbe mai potuto succedere? Io credo di no.
Amy appartiene a Londra.