Prima di affrontare ogni nuovo viaggio leggo sempre molti libri, soprattutto autobiografie di musicisti, perchè ho scoperto che racchiudono tante informazioni inedite e soprattutto indirizzi da recensire. Un classico per gli amanti dei Fab Four è sicuramente “Beatles” di Alan Clayson. Nella parte dedicata a John ho scoperto che il cantante non amava per niente la sua voce, questo anche quando era all’apice del successo. Era solito chiedere all’amico e produttore George Martin di coprirla con effetti “Fa qualcosa per la mia voce -diceva a Martin Lennon- Mettici sopra qualcosa. Ricoprila di ketchup ma rendila diversa” . Martin non si dava pace, non capiva perchè John non amasse quella voce, una delle più belle che avesse mai sentito e così, con la calma e la saggezza che lo hanno sempre contraddistinto, cercava di mediare e di consigliare ai suoi ‘ragazzi’ la cosa migliore da fare. Come quando fece accellerare loro il ritmo di “Love Me Do” scritta originariamente per essere interpretata come un lamento funebre. Questo ed altro successe dentro agli Abbey Studios sino al 1969
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Dopo Buckingham Palace mi sento di dire che la seconda ‘fortezza’ più fotografata di Londra è sicuramente la costruzione degli Abbey Studios. Sorvegliata dall’occhio vigile di una guardia, l’entrata di questi storici studi di registrazione è accessibile sono dagli addetti ai lavori. Un tempo anche ai turisti era concessa una visita, giusto per ricordare i fasti vissuti negli anni d’oro della musica, con i Beatles padroni di casa per tutta la decade degli anni Sessanta.
Oggi tutto è cambiato e scopriamo che viene effettuata un’apertura eccezionale solo in occasione di seminari per giovani aspiranti fonici. Tornando agli artisti, chi registra qui dentro deve avere davvero tanti soldi da spendere… I Beatles spesero 400 sterline per incidere l’album di debutto “Please Please Me”(1963) ma poi le ore che impiegarono per incidere in studio gli album successivi lievitarono, così come le spese, proporzionate al loro successo. Per Sgt. Pepper si stima che arrivarono a spendere 250.000 sterline….
La costruzione sembra apparentemente piccola da fuori, anche se ospita ben 3 studi con sale di ripresa. Lo “Studio 2” fu quello maggiormente utilizzato dal quartetto di Liverpool, che per otto anni lo vissero come una seconda casa. Pensate che durante le ultime registrazioni dell’album “Abbey Road” John Lennon volle far mettere un letto per Yoko. La cosa non andò molto giù al resto della band, ma avevano promesso a Martin di comportarsi bene e di non litigare, in memoria dei bei tempi vissuti e fu così, salvo qualche sfogo di Harrison nei confronti di Yoko.
Le sessions iniziarono il 1 luglio del 1969 e non c’erano orari per fonici e musicisti, si registra anche alle tre del mattino (ecco spiegata la richiesta di John). La scelta di tornare agli Abbey nel ’69 nacque in comune accordo, i Beatles sentivano l’esigenza di registrare come ai vecchi tempi, insieme a George Martin. Con lui anche i membri dello staff EMI, tra cui Geoff Emerick. Lo cito perchè all’interno del libro “1969 Storia di un favoloso anno rock. Da Abbey Road a Woodstock” a cura di Riccardo Bertoncelli, ho letto che inizialmente l’album “Abbey Road” doveva chiamarsi “Everest” come il marchio delle sigarette che fumava in studio il fonico.
Era una di quelle pazze idee che possono nascere solo in uno studio di registrazione, quando, dopo ore e ore pasate a rifare un pezzo non hai più la forza di fare nulla, compreso ragionare. Ecco allora arrivare i momenti di scherzo, per stemperare gli stress. E poi a Paul piaceva l’idea di scattare una foto davanti alla montagna in Tibet. L’unico ad essere eccitato all’idea di partire per un viaggio insieme. Fu Ringo a risolvere la cosa: “E che cazzo-disse scherzando- usciamo dalla porta e intitoliamolo Abbey Road”. E così, uscirono dalla porta e si fecero fotografare sulle strisce pedonali che ci sono tutt’oggi a pochi passi dagli studi.
Fu Iain Macmillan (amico di John e Yoko) a scattare le foto, oggi copiatissime. Era l’8 agosto 1969 e per pochi minuti i Beatles fermarono le auto sulla già trafficata Abbey Road. Era stato Paul a fare uno schizzo della copertina e gli altri acconsentirono.
Per l’occasione si vestirono in modo differente (se siete fans saprete il perchè) e da quel momento la foto sulle zebre diventò un must da avere nel proprio album ricordo, almeno per i beatlesiani. Abbey Road non è infatti solo in nome di una via, di un noto studio di registrazione e di un album, Abbey Road e’ quella precisa immagine che ritrae i Beatles alla fine del loro sodalizio musicale
Ancora oggi su quelle strisce la gente fa la fila per farsi fotografare e molti fotografi di moda hanno creato servizi fotografici ad Abbey Road; senza contare le copertine omaggio a questo album, una su tutte “The Abbey Road E.P” dei Red Hot Chili Peppers. La cancellata e i muri esterni degli studi sono invece ricoperti di scritte dei fans, che per rivivere un pò nel mito posso quantomeno accedere all’adiacente shop, che offre anche una postazione multimediale.
Un modo per ripercorrere gli anni degli Abbey Studios, vedere da vicino foto di strumenti musicali e apparecchiature di registrazione
E poi, sempre nel negozio, è custodito anche un piano utilizzato da Paul Mc Cartney per registrare “Hello Goodbye”
Lo shop è pieno di t-shirt, cd, vinili e gadgets coloratissimi, ma a noi è rimasta l’ irrefrenabile voglia di varcare la porta degli Studios e scoprire quale meraviglioso mondo si nasconda dentro alla fortezza di Abbey Road!
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ABBEY ROAD STUDIOS
3 Abbey Rd, Nw8
Aperti nel 1931
Metro: St John’s Wood o Maida Vale
Come raggiungere gli studi?
Per raggiungere gli studi le opzioni sono due: prendere la metro e fermarsi a Maida Vale (linea marrone Bakerloo) o scendere alla comodissima St. John’s Wood (linea grigia Jubilee). Gli Abbey si trovano proprio in mezzo alle due fermate (per rendere l’idea). Nel caso optaste per la prima soluzione uscendo verrete accolti dai profumi di ristoranti etnici che risiedono nel quartiere. Girate a destra e imboccate Algin Ave poi proseguite verso la chiesa di Saint Johns Wood, che spicca in tutta la sua grandezza, già da qui noterete che la via per gli studi è segnalata da cartelli. La via da seguire è quella di Abercorn Pl, un lungo viale con bellissime case bianche Alla fine della strada girate a destra. A John Wood Station sarete già accolti da negozietti gastronomici con le vetrate dipinte in stile Beatles, imboccate Groove End Road e proseguite per circa 200 mt, gli Abbey vi appariranno sulla sinistra. Guardatevi intorno perchè passerete davanti alla Sinagoga in cui si tenne una cerimonia in memoria di Brian Epstein, morto il 27 agosto del 1967,tutti e quattro i Beatles parteciparono all’evento