Chi ha la fortuna di passare una notte nel deserto racconta di questa esperienza come qualcosa di unico e affascinante. E questi scenari aridi e mistici hanno affascinato anche diversi musicisti della scena rock degli anni Sessanta, che nel deserto californiano di Joshua Tree cercavano ispirazione musicale e la pace dei sensi, facendosi di acidi psichedelici.
E’ il caso di Eagles, Jim Morrison o Gram Parsons. Ma il deserto ha visto anche la nascita della scena stoner americana: un esempio sono i Kyuss, nati proprio a Palm Desert, piccola cittadina nel Sud della Californiana dal clima insopportabilmente afoso. Più tardi i componenti di questa scena si ritroveranno in un altro luogo mitico, lo studio Rancho De La Luna nel Parco Nazionale di Joshua Tree. Ma nel deserto, e più precisamente in quello dell’Africa, sono i suoni di strumenti tradizionali come zurna, tamburi o rabab a risuonare dietro ad un fuoco in un accampamento berbero… Se vi piace viaggiare con uno zaino, a dispetto di comodità e agio, pronti a ripararvi dal vento sotto ad una tenda, ecco allora qualche consiglio per voi ‘temerari’ viaggiatori. Oggi parliamo di festival musicali che si tengono proprio nel deserto!
JOSHUA TREE FESTIVAL
Il Joshua Tree Festival si svolge nell’omonimo parco californiano, che ispirò il titolo di un fortunato album degli U2. Siamo a ben tre ore di auto da Los Angeles, in un posto incredibile, conosciuto per i suoi giganteschi cactus chiamati ‘alberi di Joshua’ e per le sue spettacolari formazioni rocciose . Esistono ben due edizioni di questa “kermesse desertica” : quella che si tiene a maggio e quella di ottobre. In entrambe le stagioni il deserto si presenta con giornate calde e notti più fredde, vista la forte escursione termica. La direzione lascia sempre qualche suggerimento sul sito per gli ospiti: “Portatevi acqua, cibo (ma ci sono punti ristoro), soldi spiccioli (non ci sono bancomat), un cappello, ombrelli, crema solare e scarpe per ballare” Sono ammesse droghe e animali, ma questo non ci stupisce… Il parco è ampissimo, basta dire che il biglietto d’entrata per il Joshua Tree National Park vale per ben 7giorni, in cui è possibile alloggiare presso piccoli motel o in campeggio. Il Festival in questione si svolge presso il Joshua Tree Lake Campground, vicino ad un bacino di acqua non balneabile. Per l’occasione viene creato una sorta di villaggio dallo spirito hippy in cui la gente si rifugia sotto a tende colorate e dove la mattina si pratica yoga all’alba del sole. L’edizione di maggio è sicuramente più folk e più amata dai giovani. Biglietti a partire dai 60 dollari e una lunga line up di band indipendenti. Un festival indicato anche per le famiglie con bambini
NOMAD FESTIVAL
Passiamo al Festival International des Nomades, che si tiene ogni marzo a M’hamid El Ghizlane cittadina in prossimità del deserto, ad un centinaio di chilometri a sud di Zagora (Marocco). Si tratta di una tradizionale festa che omaggia simbolicamente l’arrivo della primavera con musica e folklore nell’ incendibile cornice di questo deserto, dove tribù provenienti da tutto il mondo si riuniscono per intrattenere il pubblico tra poesia, canti, danze, spettacoli e tavole rotonde. Il programma dei concerti è davvero ampio e si spazia da giovani gruppi emergenti a famosi personaggi della scena tradizionale. Un intreccio di stili e diverse tradizioni. Gli ospiti provengono infatti da tutto il mondo, Nord Europa compreso. Il Festival permette di conoscere la storia e le usanze della cultura nomade locale, ma anche di ammirare luoghi di rara bellezza, come le dune di Erg Chigaga o la valle del Drâa, dove lo sguardo si perde tra oasi lussureggiante e le torri delle kasbah, che paiono mimitizzarsi tra il color porpora del deserto, se non fosse per la loro architettura spigolosa e rurale. Qui potrete assistere alle corse dei cammelli (ad Ellaz) o a partite di hockey sulla sabbia (a Mokhach) ma una delle dimostrazioni più affascinanti è forse la preparazione del pane di sabbia (a Mella)
BURNING MAN FESTIVAL
Il terzo consiglio di oggi ci porta in Nevada e più precisamente al Burning Man, un festival che si svolge ogni anno a Black Rock City, una città che si trova sulla distesa salata (sabkha) del Deserto Black Rock. La sua prima edizione risale al settembre del 1991 e da allora la cadenza è quella del Labor Day, il primo lunedì di settembre. Il festival dura però una settimana e solitamente inizia a fine agosto, quando il caldo attanaglia i presenti. L’usanza che viene tramandata da edizione a edizione e che da anche il nome alla kermesse, consiste nell’incendiare un grande fantoccio di legno, il primo sabato sera del festival. Quasi un rito sciamanico, che inebria i partecipanti già fatti di musica e adrenalina. Non ci sono mai grandi nomi ad aprire i suoi live set, ma il suo mix di workshop, esibizioni itineranti, mostre d’arte e mercatini lo rende comunque unico nel suo genere . Ad ogni partecipante è poi richiesta l’attrezzatura da campeggio, generatori di elettricità, cibo e acqua per la propria sopravvivenza, mentre le uniche cose in vendita nella città sono ghiaccio e caffè. Le temperature sono caldissime e non vi consigliamo di portare bambini, questo è un festival ai limiti della sopravvivenza e le temperature salgono sino ai 40 gradi di giorno, ecco perchè molti eventi si svolgono solo dopo il tramonto. Anche se siamo in mezzo al nulla per prendere parte a questo evento esclusivo (ci viene da pensare vista la cifra del biglietto) servono almeno 350dollari, meglio se in contanti!