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Cari viaggiatori,
oggi ho voglia di regalarvi una mia personalissima mini classifica delle canzoni che amo portarmi in viaggio. Sono tutti pezzi abbastanza datati, che ho messo in scaletta per un motivo ben preciso (che sotto vi svelerò). Cercherò di associare la musica a indirizzi del passato e del presente, così da suscitarvi anche qualche emozione visiva e non solo uditiva 🙂 Spero vi piaccia!
Alla scoperta di Kensington con i Manfred Mann
Denmark Street ai tempi della British Invasion doveva essere uno spettacolo: una caotica via piena di locali, frequentati per lo più da musicisti di belle speranze, in cerca di gloria e successo. Compreso un giovanissimo David Bowie, che sedeva spesso dietro ai tavolini di un locale dal nome Gioconda ( civico n.9). L’ho imparato leggendo la guida londinese della nostra amica Francesca Fabi. Oggi, se dovessi addentrarmi in una passeggiata per le vie di Londra, vorrei una compilation in grado di riportarmi indietro nel tempo, a quei mitici anni Sessanta. Il singolo dei Manfred Mann Do Wah Diddy Diddy mi porta dritto in uno dei negozi più iconici della Londra degli anni Sessanta: Biba. Aperto da Barbara Hulanicki e dal marito Stephen Fitz-Simon fu un negozio amatissimo non solo dalle brave ragazze ma anche dalle groupies, che lo saccheggiavano in cerca di abiti striminziti e sexy… Il primo negozio fu aperto ad Abingdon Road, Kensington, nel settembre del 1964. E sempre a Kensington si trova anche il ristorante Sticky Fingers, di propietà di Bill Wyman, ex bassista degli inglesissimi Stones. Una passeggiata e si arriva alla zona (Kensington Gore) dei musei e della splendida Royal Albert Hall, magnifica sala da concerti che ospitò anche i Pink Floyd. Perchè ho scelto i Manfred Mann per questo viaggio? Perchè apparentemente sembravano austeri, con quel loro look studiato e spesso monocromatico, un pò come i palazzi di uno dei quartieri più esclusivi di Londra, che nasconde però angoli spassosissimi (come questa hit)!
La California dell’imprenditore Sonny Bono
Adoro tutto di lei: i lunghi capelli color corvino che le scivolavano sul viso a fine anni Sessanta e poi quel modo irresistibile di cantare e di recitare. Cher è un’artista completa e il singolo I Got You Babe, che mise a segno con l’ex marito Sonny Bono (autore), mi ha sempre catapultato in California. Ed è proprio in questa terra baciata dal sole che i due vissero per diversi anni. Sonny si era trasferito a Los Angeles diversi anni prima, con la sua famiglia di origini italiane. Un giorno, mentre assisteva alle registrazioni delle Ronettes, nello studio di Phil Spector, incontrò questa bellissima cantante e nel giro di pochi mesi la sposò. C’è un indirizzo che è passato alla storia della loro carriera musicale: 6505 di Sunset Blvd! E’ qui che negli anni Sessanta era ubicato il Red Velvet, locale famosissimo che ospitò oltre a Sonny&Cher anche Kinks e Tina Turner. Nel corso degli anni cambiò nome un paio di volte prima di chiudere, sotto il nome di Club Lingerie, la tana di Red Hot e Nirvana. A fine anni Ottanta, quando la carriera di Cher era decollata anche nel cinema e la loro vita matrimoniale naufragata, il musicista decise di aprire un ristorante di cucina italiana (omaggio alle sue origini) a Palm Springs. Solo qualche anno prima (1982) Sonny aveva già aperto il suo primo punto gastronomico dal nome “Bono” nella ricca West Hollywood, Los Angeles. Questo singolo rimane impresso nella mente subito, come la California,
In cerca del Reverendo Al Green
Un’auto a noleggio e nello stereo il meglio della discografia di Al Green. Due cose indispensabili per godersi tutti i luoghi leggendari che offre una vacanza a Memphis, compresa una visita alla mitica Stax Records, etichetta di casa che produsse tra i tanti dischi memorabili anche quelli di Otis Redding. I fans del reverendo sicuramente sapranno che nel 1974 (l’anno di Take me to the River) Al Green, all’apice di una folgorante carriera, subì la perdita della fidanzata, suicidatasi dopo una furiosa lite tra i due. Il cantante uscì da questa tragedia devastato, con la coscenza sporca e il cuore in frantumi. Mary Woodson voleva sposare il cantante mentre lui, icona sexy della musica soul, non ne voleva sapere di unioni durature. Ma davanti a questa tragedia Al si arrese all’unica unione che lo avrebbe salvato da questo lutto… quella con la religione protestante. Il suo voto era chiaro: utilizzare la sua voce solo ed esclusivamente per la causa della musica sacra. Dopo 20anni però, fece uscire il primo ed unico album che escludeva la musica sacra Your Heart’s In Good Hands (1995). Oltre che tra i nomi della Rock and Roll Hall of Fame potete trovare il reverendo del soul, ogni domenica , nella sua chiesa, la Full Gospel Tabernacle, che si trova al 787 Hale Rd, Memphis. Una visita imperdibile