Se la Trattoria da Vito si trovasse a Londra, sarebbe sicuramente segnalata da una targhetta blu.
Quelle “blue plaques”installate in luoghi pubblici, a segnalare il loro legame con un personaggio o un importante evento storico. La Trattoria da Vito è stata una seconda casa per Francesco Guccini, un ufficio per Lucio Dalla (che si narra abbia firmato importanti contratti ad uno dei suoi tavoli) e un luogo di socialità per tanti volti noti della musica e della cultura italiana: il fumettista Bonvi, Dario Fo, Roberto Vecchioni, Gianni Morandi, Giorgio Gaber, Red Ronnie, Fabrizio De Andrè, Jimmy Villotti e tanti altri.
Sono tornata a Bologna a gennaio 2023, per vedere come è cambiato questo locale come si mangia oggi, perchè se è vero che la nomea della Trattoria deriva più dal suo glorioso passato, a noi interessa sia la sua storia che la sua capacità di far onore alla liffa e godereccia cucina emiliana. Ecco la mia personalissima guida.
DA VITO SI MANGIANO LASAGNE, TORTELLINI E STINCO
Arriviamo “da Vito” tutti con la stessa manciata di sogni nel taschino: entrare a far parte di una storia meravigliosa, quella degli artisti che abbiamo amato. Ci immaginiamo di poter sedere con loro a tavola, per mangiare, fumare e giocare a carte in una ruspante osteria che si trova in zona Cirenaica, Bologna, a due passi da Via Paolo Fabbri, dove al civico 43 -per anni- visse il cantautore Francesco Guccini.
I PREZZI SONO POPOLARI
La verità è che quella della Trattoria da Vito è una storia di sogni ormai sopiti. Sopiti da una storia ferma nel tempo, che non ha saputo reinventarsi. Nonostante il suo aspetto assomigli molto a quello della trattoria frequentata dai musicisti negli anni Sessanta, a me non sono bastate le tavolate in legno con sedute miste, le tovaglie a quadretti e le foto ingiallite appese alla parete per farmi catapultare nel mio nostalgico sogno. Entrando ho avuto l’impression che l’ospitalità e informalità di un luogo come questo, oggi sono state barattate con un modo “verace” di fare ristorazione, che però non ti fanno sentire “a casa” come invece accadeva nelle osterie un tempo. Dimostrarsi non troppo attenti ai particolari non significa essere più “autentici”. Non so come spiegarvelo, ma la magia si è persa in questa storica Trattoria da Vito…
LA TRATTORIA INAUGURO’ NEL 1948
Oggi il pianoforte su cui improvvisava Jimmy Villotti quando passava a cena da Vito, è stato accantonato e coperto da scatole che riportano la scritta “oggetti smarriti”. Non mi formalizzo davanti ad una porta che si apre continuamente e ad una fila di persone che stanno piantate accanto a te, in piedi, ad aspettare che qualcuno si alzi. Ma la sensazione di trovarsi sopra un regionale Reggio Emilia-Bologna, non è proprio piacevole quando stai per iniziare un bel piatto di tortellini in brodo, che per noi emiliani sono messi alla pari del Lambrusco.
Gente che va e viene. Qualche comada che finisce nel tavolo sbagliato, l’oste che batte i conti dal suo personalissimo tavolo (posto all’entrata) e un classico menù con piatti della tradizione emiliana non spiegherebbero come questa Trattoria è sempre piena, se non fosse che è un luogo mitico. Che andrebbe preservato!
DA VITO SI SERVE SOCIALITA’ NON SOLO PIATTI TIPICI
La forza di questa Trattoria, come delle osterie popolari, è anche la capacità di creare socialità tra i tavoli. E questa è una tradizione che si tramanda: se vuoi pranzare da Vito devi essere disposto alla possibilità di sedere accanto ad una coppia di sconosciuti, con cui fare amicizia e chiacchierare. Che poi è bello, no?
Si dice che Francesco Guccini arrivasse spesso dopo mezzanotte in trattoria, per restare per ore a giocare a carte e bere Lambrusco, quando ormai la serranda del ristoirante era chiusa.
COTOLETTA ALLA BOLOGNESE
Oggi la Trattoria da Vito effettua anche menù da asporto ed è aperta 6 giorni su 7. Il menù propone Lasagne, Tortellini in Brodo, Tagliatelle al ragù, Tortelloni, Gnocchi, Gramigna e Maccheroni arrabbiata, mentre come antipasto ci sono salumi misti abbinati ad un croissant, carciofi e cipolline. Da testare sicuramente la Cotoletta alla bolognese, insaporite da formaggio fuso e prosciutto. Quella che abbiamo mangiato superava come bontà i Tortellini in brodo, dal gusto meno deciso ma cotti in un buon brodo.
Difficile mangiare male a Bologna e difficile ormai non scovare qualche osteria tipica, dove si mangia come a casa della nonna, da Vito quel plus ce lo mette la sua storia, di covo gastronomico per tante anime musicali. E anche il prezzo popolarissimo dei piatti (questo non comune a Bologna nei posti turistici) invoglia a tornare.
Come ho mangiato e come mi sono trovata?
La storia del locale si merita un 10 in pagella
La cucina un 6/7
Il servizio e arredamento 6/7
Alla Cotoletta alla Bolognese diamo un corposo 8
Prezzo voto 9
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TRATTORIA DA VITO