Lo sapevi che nel 1989 i Nirvana suonarono anche in Italia? Non so quanti di voi all’ascolto ci fossero alla data del Piper, perchè allora il trio era davvero sconosciuto. La loro etichetta, fresca della pubblicazione del primo “Bleach” decise di organizzare loro un tour europeo, che si rivelò fondamentale per la futura compattezza della formazione di Seattle. Dove ho reperito le informazioni per questo articolo? In un libro che mi sono fatta regalare per Natale.
UN LIBRO INDISPENSABILE PER CHI, COME ME, DELLA MUSICA FA UNA BUSSOLA ALTERNATIVA. E IN QUESTO CASO IL SOUND E’ QUELLO GRUNGE DEI NIRVANA
Si tratta di un’opera di circa 140 pagine, arricchita da fotografie inedite. Un vero e proprio viaggio fatto di aneddoti, appunti e curiosità raccontato in modo minimale dal co-fondatore della Sub Pop, Bruce Pavitt, che nel suo diario fotografico di bordo, che trovate in libreria sotto al titolo In viaggio coi Nirvana. Il grunge in Europa 1989 (edito da Arcana) ci porta a spasso per l’Europa. Otto giorni intensi quelli raccontati, che partono dal concerto di Roma del 27 novembre del 1989, data a cui i Nirvana arrivavano da settimane di tour. Nel libro Pavitt ci fa partecipi di come la giovane band passò da uno scioglimento quasi portato a termine in quel di Roma, al guadagnarsi la stima dell’influente stampa musicale di Londra, attraverso lo showcase al LameFest della Sub Pop, preparando il terreno per la loro imminente popolarità.
MA QUALI INDIRIZZI ROMANI DOBBIAMO SEGNARCI ALLORA NEL NOSTRO TACCUINO?
Sicuramente il Piper Club dove l’etichetta Sub Pop Records aveva organizzato il primo concerto europero di Nirvana e Tad (altra formazione sotto contratto), che Pavitt raggiunse nel novembre del 1989, per accompagnarli sino a Londra, in quello che era l’evento clou, il LameFest, dove allora gli healiner erano i Mudhoney. I Nirvana avevano appena pubblicato l’album di debutto “Bleach” e quella sera al Piper di Roma tennero un concerto infuocato, anche se sfiniti da sei settimane di concerti e spostamenti alle spalle. Kurt Cobain dalle parole di Pavitt era sicuramente il più stanco e demoralizzato e aveva anche tentato di ferirsi gettandosi dalle casse del palco, ma dall’autolesionismo poi finì la serata col distruggere la sua chitarra. I Nirvana attaccarono con School quella sera e in scaletta misero anche singoli che oggi per noi amanti dei Nirvana risultano immortali, come About A Girl o Polly. Ma qualcosa non funzionò come avrebbero voluto loro e furono ad un passo dallo scioglimento. Lascio i dettagli al lettore, piuttosto mi interessa citarvi altri luoghi romani.
DOVE ACQUISTARONO LA NUOVA CHITARRA DI COBAIN?
Questo sarebbe stato davvero interessante saperlo, ma Pavitt non cita nessun indirizzo, solo il fatto che la Sub Pop si offrì di sostituire quella bellissima Hagstorm distrutta al Piper e che ne coprarono una nuova in città. Anche dalle foto scattate non sono riuscita a carpire nulla sul negozio in questione, però il reportage fotografico realizzato con una Olympus XA tascabile sono davvero grunge e interessanti. Ricordi fermi nel tempo, frutto di scatti spontanei e intimi.
Come vi dicevo Kurt Cobain, era psicologicamente a pezzi nel novembre del 1989, voleva rientrare subito a Seattle dalla fidanza Tracy (la ragazza di About a girl) e aveva deciso di lasciare la band, ma poi tutto fortunatamente andò per il meglio. Complice, una giornata li libertà e svago a caccia di pura storia e bellezza per le vie di Roma, che l’autore descrive con entusiasmo. Una città che era apparsa elegante e ricca di fascino ai loro occhi: ma quali angoli e monumenti videro?
Il Colosseo, la Basilica di San Pietro, la Cappella Sistina e poco di più: “Entrare in San Pietro fu un’esperienza intensa-scrive Pavitt nel libro- Costruita nel Rinascimento è una delle chiese cristiane più grandi del mondo e il suo opulento interno sfugge ad ogni descrizione. Ognuno di noi era senza parole. Era quanto di più lontano ci fosse dal Piper”. Giunti davanti al Colosseo scherzarono invece sulla grandezza di quel logo ricco di storia e di come, un giorno, anche i Nirvana sarebbero riusciti a suonare in uno spazio così grosso. Non si sbagliarono poi di molto, no?
Il resto di quel martedì 28 novembre 1998 Bruce Pavitt, Kurt Cobain, Steve Wied e Jon Poneman lo passarono a rilassarsi come perfetti turisti americani. Giusto un cappuccino al bar e poi dritti alla stazione Ferroviaria, dove li aspettava un treno per la prossima tappa del tour: Ginevra. Pavitt scattò in quelle ultime ore romane, una bella immagine che ritrae Kurt e Jon seduti ad un tavolino della Stazione Termini, pronti a partire per Ginevra. Sul tavolo 3 tazze e 10mila lire per pagare il conto.
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In viaggio con i Nirvana. Il grunge in Europa. 1989 (Arcana, 2013)
di Bruce Pavitt
20 euro in tutte le librerie