Un tempo richiestissimi per intrattenere ospiti e nobili a corte erano gli arpisti, musicisti che oggi troviamo ad esibirsi tra celebri teatri, piazze e luoghi a volte insoliti. La Regina Maria Antonietta amava farsi ritrarre con la sua arpa e si narra, che grazie a questa sua passione musicale, tramandata anche sotto forma di preziosi dipinti, molte nobili francesi del tempo vollero imparare a suonare questo antico strumento. Tra i migliori arpisti italiani c’è il modenese Davide Burani, prima arpa della Filarmonica dell’Opera Italiana “Bruno Bartoletti” e apprezzato solista. Negli anni ha suonato il tutto il mondo (Africa, Giappone, Cina…) e tra le collaborazioni vanata anche quella con la Filarmonica “Arturo Toscanini” di Parma. Davide Burani è attualmente anche insegnante, presso il Conservatorio Achille Peri di Reggio Emilia, e in passato ha perfezionato gli studi in arpa con Ieuan Jones, Fabrice Pierre e con Judith Liber. Il 13 agosto è atteso al Festival di Salisburgo, dove accompagnerà il prestigioso soprano Sonya Yoncheva mentre ad aprile 2021 è uscito il suo doppio 48 études ou fantaisies, album in cui riarrangia le musiche di François-Joseph Dizi, noto arpista compositore romantico. La nostra è una chiacchierata sul suo ultimo lavoro e su luoghi inusuali in cui ha avuto modo di esibirsi. Tra i luoghi più suggestivi citati da Davide vi segnalo anche la Riserva Naturale Le Saline di Trapani.
SPESSO LE MELODIE DI DIZI SI ASSOCIANO A STUDI ACCADEMICI. LEI LI HA REINTERPRETATI IN MODO MAGNIFICO, RENDENDOLI BRANI DA CONCERTO. QUALE DIFFICOLTA’ HA TROVATO NEL FARE UN LAVORO COME QUESTO?
Devo dire che sono stato molto fortunato, perchè questo magnifico compositore, didatta e raffinato interprete, F. J Dizi, ha assicurato a questi brani una brillantezza e una luminosità incredibili. Io mi sono attenuto alle sue indicazioni e a quelle di Alphonse Hasselmans, di cui ho eseguito la revisione, e non ho dovuto fare altro che eseguirli pensando di essere un suo allievo: sarebbe stato davvero bellissimo esserlo.
DIZI ERA UN MUSICISTA BIZZARRO PER CERTI VERSI. HO LETTO CHE LA SUA NAVE SALPO’ (INSIEME AD ARPA E SOLDI) MENTRE LUI SI ERA GETTATO N ACQUA PER SALVARE UNO SCONOSCIUTO CHE STAVA PER AFFOGARE. LA SUA MUSICA RIFLETTE QUESTA SUA PERSONALITA’?
Assolutamente sì! La sua creatività è disarmante: ne sono ad esempio le modulazioni improvvisi, i giochi ritmici, i cambi di tempo, di registro e di tonalità. A questo si aggiunga la sua eleganza la sua raffinatezza di concertista e didatta, come narrano le cronache del suo tempo.
DURANTE I SUOI CONCERTI, IN QUALE POSTI INCREDIBILI LE E’ CAPITATO DI SUONARE?
Amo ricordare i luoghi inusuali che hanno ospitato la mia arpa, perchè ho avuto la fortuna di suonare in bellissime sale da concerto e in numerosi teatri. Io porto nel cuore i concerti che ho fatto ad alta quota, arrivando a trasportare l’arpa con mezzi di fortuna, oppure in piccoli borghi isolati, per pochissime persone. Ho tenuto tanti concerti in riva al mare, in riserve naturali. Ogni volta esperienze meravigliose!
AL MUSEO DELLA MUSICA DI BOLOGNA SONO CUSTODITE PARTICOLARI ARPE, CHIAMATE CROMATICHE: CONOSCE LA LORO STORIA?
Assolutamente sì. La storia di questi strumenti è stata sempre intrecciata alla storia della nostra arpa che chiamiamo diatonica, ovvero in cui le corde sono disposte, grosso modo, per toni e su una sola cordiera, con la possibilità di essere alterate grazie ad una pedaliera. Nel caso delle arpe cromatiche, attraverso più ordini di corde si possono trovare, disposte su cordiere diverse, le note già alterate, senza fare l’uso dei pedali. Anche in questo caso, davvero una storia affascinante!
DIZI ERA ENTRATO IN SOCIETA’ CON PLAYEL (UN PIANO PLEYEL SEMPRE NEL MUSEO DI BOLOGNA) NELLA COSTRUZIONE DI ARPE, MA HO LETTO CHE MOLTI PEZZI SONO ANDATI BRUCIATI. E’ COSI’ O SI POSSONO ANCORA TROVARE IN QUALCHE MUSEO?
Esistono pochissimi esemplari delle arpe Dizi; nel libretto del mio disco, grazie a ricerche di Anna Pasetti, abbiamo trovato un’arpa Dizi di una collezione privata e che è ritratta nel booklet, ma non è in condizioni di essere suonata al momento. Come si vede dalle immagini, lo strumento è molto particolare!
A QUALE CITTA’ ASSOCIA IL SUONO DELL’ARPA E PERCHE’?
Più che a una città, lo associo ad una nazione, alla Francia, perchè credo che la culla dell’arpa sia proprio la Francia.
MARIA ANTONIETTA AMAVA FARSI RITRARRE CON LA SUA ARPA E SI DICE CHE GRAZIE A LEI QUESTA PASSIONE PER LO STRUMENTO CONTAGIO’ MOLTE NOBIL DEL TEMPO. SERVIREBBE UNA MODERNA MARIA ANTONIETTA PER INFLUENZARE I GIOVANI ALL’ASCOLTO DI QUESTO BELLISSIMO STRUMENTO
Si, anche se è molto difficile attirare i giovani a questo strumento. Studiare uno strumento richiede passione, motivazione e soprattutto tanto tanto tempo da dedicare alla musica. Forse è questo che manca alle giovani generazioni. Il tempo di fare le cose.
LEI CHE TIPO DI ARPA SUONA?
Suono un’arpa classica della Ditta Lyon and Healy di Chicago (USA), Modello Style 30. Possiedo due arpe di questa ditta, due modelli diversi. Sono legatissimo a tutte e due le arpe, però a volte preferisco il suono di una e a volte quello dell’altra. L’arpa si trasporta utilizzando un carrellino e può essere trasporrata in auto con una station wagon. Il peso totale di un’arpa con la cappa da trasporto è sotto ai 40 kg.